CAVALLI E PERSONE
Fondata nel 1993 con lo scopo di “favorire, diffondere e praticare tutte le attività al cui centro si ponga in qualsiasi modo il rapporto tra l’uomo ed il cavallo”, l’associazione L’Auriga Onlus ha operato fino al 1998 in sedi diverse, grazie all’ospitalità di alcuni centri equestri di Roma e Provincia. A Prima Porta dal 1999, nel 2002 si è trasferita in strutture provvisorie. Oggi ha trovato la sua casa definitiva, nel maneggio che fu dell’olimpionico Salvatore Oppes. La struttura, conservata nella sua forma originaria, è stata restaurata per meglio rispondere alle esigenze dei suoi frequentatori equini e umani.
Tutte le nostre attività vertono sul corretto rapporto tra uomo e cavallo, finalizzato al benessere di entrambi. Siamo convinti che, tra gli uomini come tra i cavalli, per fondare un rapporto corretto, ci vogliono conoscenza e comprensione: conoscere chi ti sta di fronte, comprenderlo e riconoscerlo nella sua diversità. Noi lo applichiamo anche nella relazione uomo-cavallo, e non finiamo di stupirci di quanto ci sia utile anche nelle relazioni esclusivamente umane, si parli di gioco, riabilitazione, formazione.
Perché l’Auriga?
La figura dell’Auriga rimanda all’idea di controllo dell’elemento razionale-tecnico su quello pulsionale e istintuale rappresentato dal cavallo, in un rapporto ove i termini e i ruoli sono scambievoli: l’attività equestre, dunque, come una sorta di training teso all’equilibrio e all’armonizzazione di questi elementi. L’Auriga nel corso della storia fu lo schiavo o il liberto che “attraverso il cavallo” riusciva ad affrancarsi dalla sua condizione. Una figura avvertita come analogica della possibilità, resa dal cavallo, di affrancarsi da uno stato di svantaggio.
“Di fronte ai movimenti ardenti e disordinati dei cavalli, cioè dei nostri istinti e passioni, l’Auriga è la ragione duttile e capace di adattamento, vigilante e insieme inflessibile. Con un semplice movimento delle dita, riconduce il cavallo riottoso alla disciplina come la ragione riconduce all’equilibrio e alla saggezza; ma senza l’ardore dei cavalli e delle passioni, non potrebbe nulla. Questo tiro di cavalli che è l’anima lacerata da opposte tendenze, l’Auriga lo conduce e la sua serenità grave ma non arcigna rappresenta l’equilibrio interiore fatto di tensione tra forze diverse. La mano che tiene le redini rappresenta perfettamente il nodo che collega le forze dello spirito a quelle della materia”. (Brano tratto dal Dizionario dei Simboli) .
Mediatore e protagonista il cavallo, sport e attività educative, terapia, riabilitazione sono da sempre al centro della proposta de L’Auriga.