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L’Auriga In Gioco nel XV

Una bella opportunità, il 2 giugno prossimo, per le realtà attive nel sociale nel territorio di Labaro-Prima Porta, dove L’Auriga opera da 15 anni.

Nel Centro in cui operiamo, si svolgerà per tutta la giornata la manifestazione IN GIOCO NEL XV: gratuita e patrocinata dal XV Municipio, vedrà le associazioni del territorio confrontarsi e proporre alla cittadinanza le attività disponibili in zona nei diversi settori della vita sociale: sport, educazione, integrazione, creatività e cultura, stili di vita consapevoli e sostenibili.

Sono 18 le associazioni  di Labaro-Prima Porta che hanno aderito, per fare rete e “mettersi in gioco nel XV”  in una giornata di scambio e confronto.

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Noi aurighiani saremo presenti e nella nostra sede saranno i cavalli e gli asini a fare da guida ai partecipanti.

Tra le proposte ci sono anche il Mercatino artigianale, Bio e a Km 0, stand informativi, laboratori ludico-didattici e presentazioni curate dai diversi operatori che interverranno.

Ecco il programma, dalle 10 alle 19.
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Centri estivi L’Auriga 2015


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Anche quest’anno i pony e i cavalli del nostro Centro  aspettano i ragazzi, per un’estate di natura e di sport con i centri estivi L’Auriga 2015.

Si comincia dal primo giorno dopo la fine della scuola, con un programma vario e stimolante ma senza dimenticare il meritato riposo.

Non solo equitazione ma anche laboratori, giochi, momenti di puro relax, per giornate nel verde a due passi dalla città.cav1

Operatori e istruttori qualificati proporranno ai ragazzi attività divertenti e costruttive in un ambiente sicuro e accogliente, dove trascorrere giornate intense e ricche di stimoli.

Il Centro L’Auriga dispone di spazi strutturati, esterni e al coperto, per garantire lo svolgimento delle attività indipendentemente dalle condizioni meteo.

Il ristorante Amareterra fornisce pranzo e merenda.

L’AURIGA’S FAQS

MIO FIGLIO/A NON E’ MAI ANDATO A CAVALLO: E’ UN PROBLEMA?
Assolutamente no! Al Centro L’Auriga si imparano a conoscere i cavalli e a stare con loro, per poi
salire in sella in sicurezza.

MIO FIGLIO/A VA GIA’ A CAVALLO: NON RISCHIA DI ANNOIARSI?
Ma quando mai ci si annoia, a cavallo? 😉 Il mondo dei cavalli è talmente grande e vario che c’è sempre
qualcosa da imparare… e tutte le attività sono pensate a partire dai singoli partecipanti.

CHE QUALIFICHE HANNO I VOSTRI OPERATORI E ISTRUTTORI?
Gli operatori sono educatori, operatori sociosanitari, psicologi.
Gli istruttori hanno qualifiche Coni, Asi, Uisp, Cip e Fise.

DOVE SI SVOLGONO LE ATTIVITA’?
Al Centro L’Auriga ci sono un maneggio coperto illuminato e dotato di specchi, due campi esterni,
percorsi all’aperto per passeggiate.
Internamente si trovano un’aula didattica con proiettore, spazio biblioteca, spogliatoi e servizi.
Pranzi e merende si svolgono nell’area ristorante.

CI SONO SCONTI?
Certo! Condizioni di favore sono previste per le iscrizioni
– entro il 31 maggio;
– a più turni, anche non consecutivi;
– di fratelli o sorelle;
– di gruppi, a partire da 8 partecipanti;
– di figli di dipendenti Rai

 

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Volteggio con L’Auriga

Volteggiare è bello: non è solo il titolo di un (valido e interessante) libro Equitare, scritto da Chiara Parenti e disponibile nella sede aurighiana, ma anche il bilancio dell’evento formativo che si è svolto nel nostro Centro.

Aperto a tecnici e tesserati ASI, l’ente di promozione cui aderiamo e che lo ha organizzato, il Corso di introduzione al volteggio equestre ha visto la partecipazioni di rappresentanti delle anime equestri, alla scoperta di una disciplina relativamente giovane ma che sta portando all’Italia molte soddisfazioni: la più recente a Doha, dove Anna Cavallaro è argento nel freestyle e anche la squadra si è ben difesa.

 La scelta della sede non è casuale: L’Auriga è stata infatti tra i primi promotori, nel Lazio e in Italia, del volteggio e nel 1998 ha partecipato ai Weg a Roma con un atleta e il mai dimenticato cavallo Luzifer, longiato da Gaby Benz.

In aula, in maneggio e nel campo esterno si sono succeduti docenti qualificati e discenti motivati, la formula migliore per una giornata produttiva. La storia del volteggio, le caratteristiche del cavallo, le attrezzature e le nozioni base, il valore educativo e di integrazione di questo sport sono stati al centro della teoria e poi della parte di pratica, culminata in una lezione di avvicinamento pensata per allievi di pony club dai 6 ai 12 anni, dopo la bella dimostrazione di volteggio degli atleti e amici dell’associazione Il Sagittario.

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Per il futuro, dopo l’assaggio al Centro L’Auriga, sono previsti eventi ASI, formativi e sportivi, per promuovere la disciplina e la partecipazione degli atleti equestri a questo sport di squadra, che proprio nel gruppo trova una forte valenza per formare i ragazzi, insegnando loro la condivisione e la collaborazione. Valori preziosi per tutti, cavalieri e non, e ancora più importanti quando la relazione con il cavallo viene impiegata per il benessere umano, nella vita come nello sport.

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Ippoterapia e onoterapia in un blog

Riportiamo l’articolo scritto dalla dr. Pamela Caprioli sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, per il quale cura il blog Ippoterapia e Onoterapia.

E’ il racconto di una seduta di ippoterapia effettuata dalla dr. Caprioli, componente della nostra équipe interdisciplinare, nel Centro L’Auriga, e un bell’esempio di “relazione che cura”.

 Lo psicologo, il cavallo e il bambino

Sto aspettando un nuovo incontro. Un bambino verrà per la prima volta al maneggio. I genitori hanno fatto richiesta per un percorso di ippoterapia.

Lo vedo arrivare con la macchina. Appena aperta la portiera, si lancia correndo lungo il corridoio della scuderia. A nulla servono i miei convenevoli, la mia accoglienza verbale. Lui è da un’altra parte, non mi vede proprio. E’ un piccolo bambino, un bambino che non parla, un bambino che ti guarda di lato, un bambino che non vuole essere toccato.

Come entra in relazione lo psicologo con lui? Come può solo cercare di rientrare nel suo mondo, nel suo sguardo?

Non credo ci sia una risposta preconfezionata, io almeno non la conosco, e quello che posso fare è osservare e cercare di capire.

L’ippoterapia, con il cavallo, e l’onoterapia, con l’asino, sono sicuramente delle terapie non convenzionali. Di sicuro non c’è il solito contesto terapeutico psicologico. Non ci sono lettini, sedie e tavoli, non ci sono stanze e porte. Il prato, la staccionata, l’albero e la scuderia fanno da cornice. Le regole del maneggio, l’orario, lo spazio e il vestiario fanno da contenitore.

Siamo dentro il campo di lavoro, un grande ovale delimitato da una staccionata. Fuori, erba, cavalli e asini che brucano liberi. Dentro, noi tre: io, il cavallo e il bambino. Anche il cavallo non parla, anche il cavallo ti guarda di lato, anche il cavallo a volte non vuole essere toccato.

Faccio un pensiero: forse entrambi hanno paura, forse non si fidano o forse quello che provano, mi sfugge. Penso che leggere la realtà utilizzando schemi noti, incasellandola in ciò che per me risulta essere normale, in ciò che conosco, mi rassicura. L’ignoto fa da sempre paura. Perciò un bambino che non parla non vuole parlarmi, se non vuole essere toccato, vuol dire che mi rifiuta. Se tendo una mano al cavallo e lui si allontana, vuol dire che non ha piacere a stare con me. Tutto questo può essere vero ma è la motivazione che si cela dietro a quel comportamento che mi sfugge.

Lo psicologo ha bisogno di un grande lavoro su se stesso, per conoscere i suoi pensieri, le sue emozioni e riconoscere che a volte sono solo sue e non del bambino che ha davanti, o che a volte quelle emozioni vengono proprio da quella relazione.

Il bambino corre per tutto il campo. L’istinto è di seguirlo e di acchiapparlo, di controllarlo. Può essere un modo di entrarci in relazione forzata ma non lo faccio.

Ancora una volta mi ritrovo a dover fare un passo indietro e capire cosa mi spingerebbe ad agire. Pensavo veramente che bloccare il bambino con la forza da adulto sarebbe stato il bene del bambino o invece riguardava solo un mio desiderio di fare una bella “seduta di terapia” da manuale?

Penso al cavallo e a come correre per lui significa salvarsi dai predatori. Il bambino forse non vuole uno che lo rincorre, vuole uno che lo accoglie. Ci provo. Io e il cavallo aspettiamo e osserviamo.

Io tengo il cavallo legato con una corda molto lunga. E’ lui che mi dirà cosa fare. Il bambino smette di correre e guarda il cavallo. I due non parlano, non hanno bisogno di parole, ma non vuol dire che non stiano comunicando. C’è tutto un mondo pieno di significati dietro alle azioni, dietro al corpo e ai suoi movimenti, dietro agli sguardi. La parola a volte, soprattutto nel mestiere dello psicologo, può imporsi così fortemente che si dimentica l’esistenza di altri canali comunicativi. Al bambino e al cavallo questo, invece, è molto chiaro. Si guardano di lato, si osservano, con calma, senza essere schiavi del tempo, senza invadere con la propria presenza fisica lo spazio vitale e di sicurezza dell’Altro. Questo reciproco rispetto è fondamentale per non risultare minacciosi. Si aspetta di essere invitati a entrare in uno spazio non nostro, questa la regola di buona educazione, ma prima ancora, una regola di buona relazione.

Il bambino si sposta lateralmente, e così facciamo anche io e il cavallo, gli uni di fronte all’altro, disegnando dei cerchi sulla terra. La paura dell’Altro, dello sconosciuto, si quieta. Se mi rispetta, se non invade il mio cerchio con le sue richieste e le sue pretese, con il suo corpo, forse non è pericoloso, forse posso fidarmi di lui. Io sono una preda, lui un predatore, ma forse la sua intenzione non è mangiarmi. Di sicuro lo pensano entrambi, bambino e cavallo. Io perciò, come psicologo, devo imparare ad ascoltare il linguaggio del mio corpo e rendermi meno predatore per il bambino. La paura lascia lo spazio alla curiosità, ad una spinta incontrollabile che ci avvicina all’Altro: il bisogno dell’Altro. Si ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi, che ci protegga. Un cavallo solo in un prato è un cavallo morto. Un bambino solo, senza nessuno che si prenda cura di lui, non può sopravvivere. Ed è proprio la sopravvivenza alla base della danza emotiva che si gioca tra la paura dell’Altro e il bisogno dell’Altro. Nel mezzo c’è la fiducia, nel mezzo c’è il cerchio, luogo dell’incontro, uno spazio neutro dove decido e scelgo di entrare in relazione con l’Altro.

Ci sono modi diversi di entrare in contatto con gli Altri, non esiste un solo modo e fare esperienza di ciò, diventa terapeutico. Terapeutico per il bambino che è protagonista dell’azione, terapeutico per la famiglia che osserva da lontano quello che succede mentre una collega psicologa narra le dinamiche in campo, li ascolta e li sostiene. Gli equidi, che siano cavalli o asini, si prestano nel farsi garanti di una giusta mediazione tra mondi diversi, tra il mondo dei predatori e delle prede, tra il mondo del verbale e del non verbale, tra il mondo dell’adulto e del bambino. Lo psicologo spinge e promuove tali dinamiche dando un senso all’esperienza che in quel momento lui, il bambino e il cavallo stanno vivendo. Lo strumento cardine è la relazione.

Il momento mi sembra buono, faccio cenno al cavallo di avvicinarsi. Cauto, protende solo il collo per annusare i capelli del bambino. L’olfatto, quello più primordiale dei sensi, è un indispensabile strumento conoscitivo per l’animale. Il bambino alza la testa, osserva questo grande muso che è davanti a lui e ci appoggia entrambe le mani. Quel contatto non gli dà fastidio, non si ritrae. E’ un contatto piacevole, morbido e caldo. Il bambino alza lo sguardo, cercando il mio. Il cavallo è riuscito a mediare, a creare un ponte tra me e lui. Mi vede per la prima volta e mi sorride, vuole condividere con me la sua emozione.

“Sei felice vero?”

E’ avvenuto un cambiamento.

L'Auriga su Youtube

Quattro Colonne per L’Auriga

Quattro Colonne è il giornale multimediale della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia: realizzato dagli studenti di giornalismo del vivaio umbro, lo si può leggere, ascoltare e guardare sul web, dove racconta con il linguaggio di oggi tematiche complesse e attuali.

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Tra queste, l’integrazione della diversità,  il disagio sociale sperimentato anche dalle persone con disabilità, gli strumenti possibili per ridurre l’emarginazione: lo sport, ad esempio, e nello specifico l’equitazione.

Maria Giovanna La Porta, della redazione di Quattro Colonne, è venuta a trovarci con una troupe, per sperimentare dal vivo la nostra realtà: sport, riabilitazione, benessere, integrazione… E soprattutto cavalli (e asini).

video quattro colonne stand upA noi premeva raccontare quello che facciamo e un po’ della nostra storia: cosa facciamo, come e perché, e per quale motivo è tanto difficile fare bene il nostro lavoro. Difficile non solo per noi, ma per tante realtà che operano nel settore sociosanitario: se il valore del rapporto con gli animali è sempre più riconosciuto e indicato nelle attività di riabilitazione, non c’è ancora una normativa nazionale che regoli l’accesso alle terapie e garantisca il livello qualitativo delle prestazioni.

A Maria Giovanna abbiamo raccontato i nostri primi vent’anni,  i nostri valori e i nostri metodi. La passione, i risultati e la fatica: tutti sulle nostre spalle e portati con orgoglio guardando alla strada fatta e a quella che ci aspetta. Una strada coerente anche se ricca di curve, guardando sempre dritti all’obiettivo, lo stesso che ci siamo dati nel lontano 1993: “favorire, diffondere e praticare tutte le attività al cui centro si ponga in qualsiasi modo il rapporto tra l’uomo ed il cavallo”, per stare bene insieme e aiutarsi a stare bene.

Lei ci ha osservato, ha intervistato la presidente e poi tradotto in un articolo e in un video le nostre storie.

Missione compiuta, ci sembra. Giudicate voi, leggendo l’articolo di Quattro Colonne oppure guardando il video sul loro canale Youtube.

 

PREMIAZIONE ASI

Premiazioni ASI al Palazzo del CONI

Premiazioni ASI al Palazzo delle Federazioni sportive, dove il CONI ha ospitato l’ente di promozione per un bilancio sul 2014 e per  la presentazione delle attività 2015.

Per L’Auriga, un premio speciale condiviso con gli amici del Sagittario: abbiamo partecipato con il maggior numero di atleti e di percorsi al Circuito di discipline equestri integrate. Nelle singole tappe ci eravamo portati a casa un po’ di medaglie e tanta soddisfazione, al Coni anche il riconoscimento per l’impegno associativo e lo spirito di squadra, in una gara a tappe che mette in campo la tecnica e l’armonia del binomio in percorsi aperti ad atleti disabili e non, tutti insieme e tutti diversi.

premiazioni asiE visto che non facciamo solo gare… come membro della Commissione Formazione, la nostra presidente ha partecipato alla relazione annuale facendo il punto sui corsi per tecnici equestri. Visto il profondo rapporto Uomo-Cavallo, servono “istruttori-persone”, che sappiano unire cultura equestre e crescita individuale per operare con attenzione, competenza e sensibilità nello sfaccettato Universo Cavallo.

Di nuovo  noi alla presentazione del libro “Rey – Il cavallo che visse due volte, la storia di un galoppatore “impossibile”: L’Auriga è nella storia e nell’iniziativa, che ha ideato e che oggi viene realizzata con il supporto di ASI e dell’editore specializzato Equitare.

Il benessere di cavallo e cavaliere è stato il fil rouge di tutta la giornata: la necessità di un binomio equilibrato e in armonia è stata dichiarata non solo, in modo pragmatico, per aver prestazioni sportive sempre più alte, ma anche per costruire individui migliori, a due e a quattro gambe. In quest’ottica, e per sottolineare l’importanza di garantire salute ai protagonisti dell’equitazione, un altro premio speciale, andato ancora al Sagittario: il cavallo Orazio, ventinove anni e gran maestro di volteggio, ha ricevuto il Premio Barbara Morani, per avere partecipato al maggior numero di percorsi, ben diciannove.

Stage per cavalieri e amazzoni in crescita

“Il cavallo ci presta le ali che non abbiamo”, dice una bella frase che si legge spesso su diari e magliette. E’ vero, e quando abbiamo le ali voliamo un poco più in alto e vorremmo salire ancora di più. Succede nella vita, nel passaggio da ragazzi a giovani adulti, e succede a cavallo, quando si comincia a essere troppo grandi per i pony e bisogna “prendere le misure” di un corpo e di una mente in crescita.

Tutto il preambolo per raccontarvi lo stage di approfondimento cui hanno partecipato i ragazzi aurighiani , in un percorso che si affianca a quello delle lezioni “normali”.

Tempi più lenti e più lunghi, per prendersi il tempo di fare e poi di imparare, scambiandosi impressioni e sogni, e incrociarli con la realtà.

I gesti consueti della pulizia e quelli in più, per vivere la selleria e il paddock prima di entrare in campo.

Una volta in sella, esercizi diversi dal solito, per uscire dagli schemi e guardare in modo diverso i compagni, i cavalli, le cose da fare. Per confrontarsi con i propri limiti e scoprire nuove risorse.

Tornati a terra, riflessioni sul lavoro fatto e quello da costruire, istruttori e allievi insieme per guardare avanti in un cammino condiviso.

Percorsi, di salto e di vita, in uno stage a tutto tondo. E si sono pure divertiti, perché tutte queste cose le hanno fatte giocando, portandosi a casa quella sensazione da gita scolastica: “stanchi ma felici”…

Gli stage tornano regolarmente nel nostro calendario:  per confrontarsi e scambiarsi sogni e idee, per migliorare il  rapporto con il cavallo, per potenziare le competenze  da terra e in sella.  Per crescere.

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L’Auriga e la Befana

Quella della Befana è una festa popolare molto sentita a Roma, tanto che c’è chi descrive questa vecchietta – e forse strega buona – come “vestita alla romana”, nella filastrocca che racconta il suo arrivo, la notte del 6 dicembre. Quest’anno, al Labaro, la Befana è arrivata in macchina e noi siamo andati a vederla, pony e ragazzi.

Una bella passeggiata per le vie del nostro quartiere e l’occasione per incontrare i “vicini di casa” grazie a Natale XVoi, l’iniziativa del XV Municipio per le festività appena concluse.

Tornati a casa, abbiamo disfatto il Pruno di Natale, e dichiarato ufficialmente finito il tempo delle vacanze.

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Il cavallo a dondolo

G. G. Marquez
Il cavallo a dondolo
La mancanza di comunicazione con i cavalli ha creato arretratezza nell’umanità. Se un giorno vi rimediassimo potremmo fabbricare il centauro.

Questo libro è rivolto in particolare a coloro che ricordano ancora di aver posseduto un cavallo a dondolo e che oggi, a vario titolo, si occupano di fornire sostegno e aiuto a persone che, spesso per cause assai diverse, presentano un disagio evolutivo.
L’immagine del gioco del cavallo a dondolo riflette con semplicità il sapore antico del rapporto tra uomo e cavallo, nel rispetto della dimensione temporale, scandita dal ritmo rassicurante del dondolio. Il tipico movimento oscillatorio risale certamente ad un processo relativo a premesse biologiche essenziali della specie umana e accompagna l’uomo dalla culla alla sedia a dondolo cavallo appartiene all’immaginario infantile e collettivo sino a diventare, nella sua veste simbolica, veicolo di realizzazione di ideali umani come evocato nel mito dell’eroe. Cavallo e cavaliere: entità eterogenee in grado di stabilire tra loro livelli significativi di reciprocità, su un piano verticale che collega tra loro diversità e uguaglianza. Nel rapporto uomo-cavaliere e animale-cavallo vengono messe in atto modalità comunicative complesse, attraverso un linguaggio prevalentemente corporeo; questo contesto relazionale assume un particolare significato se riferito ad un percorso intrapreso da soggetti il cui ambiente (familiare e/o sociale) sia (o sia stato) carente nell’offrire gli spazi e gli strumenti necessari al raggiungimento del controllo della propria vita pulsionale.
La Terapia per Mezzo del Cavallo (T.M.C.), più conosciuta come Ippoterapia, va qualificandosi come intervento terapeutico-riabilitativo sulla base delle soddisfacenti risposte che ha saputo offrire nel campo dell’assistenza e cura di soggetti disabili: oggi è in discussione il suo riconoscimento da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
Il libro nasce dall’idea che approfondire le dinamiche affettivo-relazionali sottese al rapporto uomo-cavallo partendo dal riconoscimento del suo carattere arcaico, possa contribuire ad ampliare la conoscenza ben oltre i rigidi confini in cui è isolato l’handicap. Qui gli autori (Vincenzo Padiglione, Antonella Luccardi, Mario Orlandi, Bino J. Gentili, Nicoletta Angelini, Francesco Montefinese, Roberto Altieri, Alessandra Antonangeli, Rita Fantone e Alessandra Menichetti), di eterogenea formazione, propongono degli spunti teorici relativi all’impiego del cavallo. Il libro “Il cavallo a dondolo” (120 pagine, “Lilith Edizioni”), è in vendita presso il nostro Centro.

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Ippoterapia – Istruzioni per l’uso

Nicoletta Angelini – Federica Marino
IPPOTERAPIA – ISTRUZIONI PER L’USO
Il modello delle Attività Equestri Integrate

Uomo e cavallo, una relazione millenaria che negli ultimi decenni ha assunto nuove forme, che dimostrano non solo la piacevolezza delle frequentazioni “umano-equine”, ma anche la loro utilità, quando l’umano è svantaggiato. Il legame profondo tra uomo e cavallo nasce nell’inconscio, cresce nel simbolo, nella storia e nella cultura e trova un senso nuovo nella cosiddetta ippoterapia: termine ormai di moda per una realtà tanto attuale quanto ancora fluida e ricca di interrogativi. Cos’è? A chi è destinata? Perché il cavallo più di altri animali? Come funziona un maneggio? Quali le garanzie minime per le persone e i cavalli coinvolti nell’ippoterapia? E soprattutto: funziona? In che modo? Perché? La risposta è: sì, funziona, grazie a un semplice ingrediente che è forse possibile rintracciare in queste Istruzioni per l’uso. Tutto in una parola, “relazione”, un concetto qui illustrato da diversi punti di vista, per un approccio globale alla questione, volutamente poliedrico: etologia, psicoanalisi, benessere animale e aspetti gestionali del settore riabilitativo. Una visione “olistica” per una realtà complessa, che prende forma e senso solo nell’integrazione dei più diversi punti di vista.

Questo volume raccoglie le riflessioni e i risultati dell’esperienza più che decennale dell’associazione L’Auriga Onlus. Nata nel 1993 per “favorire, diffondere e praticare tutte le attività al cui centro si ponga in qualsiasi modo il rapporto tra l’uomo e il cavallo”, L’Auriga ha dato vita a un Centro di Attività Equestri Integrate ® in cui si applica quanto qui illustrato, nel rispetto del benessere umano e animale. Colleghi e coterapeuti, uomo e cavallo sono infatti individui diversi ma dotati di pari diritti e dignità e l’uguaglianza nella diversità è alla base delle attività de L’Auriga: una scelta fondante, imprescindibile, faticosa.

[ Edizioni Equitare ]