Una seconda vita

Timo Ameruoso
UNA SECONDA VITA
Alla scoperta di un rapporto consapevole con il cavallo
Edizioni Equitare, Rosia (Siena), 2008

vita

La cosa più difficile nel lavoro con il cavallo è il lavoro su se stessi”: parola di Timo Ameruoso, autore di Una seconda vita (Equitare, 2008). La prima vita di Timo finisce il 19 maggio 1995 quando, a 16 anni, ha un incidente stradale da cui esce con le gambe paralizzate. Per una vita finita, una che comincia: Timo esce dal coma e torna a casa, dove ritrova il suo cavallo da completo, Pascal.
Timo era una promessa dell’equitazione tedesca, prima di quel 19 maggio. E dopo, che cosa gli rimane? Due anni di lavoro a terra prima di tornare in sella a Pascal, due anni in cui Timo si interroga sul suo passato di cavaliere: “Ero stato un cavaliere di successo, eppure (…) devo concludere di essere stato un cavaliere qualunque”. La competizione attira ancora Timo, che si allena per partecipare a una gara: “Avevo ricominciato a montare a cavallo – scrive – e i miei pensieri erano di nuovo proiettati verso i trofei e le vittorie”. Una nuova caduta lo riporta in coma: dopo 10 giorni tra la vita e la morte, anche la consapevolezza di Timo si risveglia con lui: “Ci sono cose molto più: importanti dei successi nei concorsi (…): per colpa di una gara avevo quasi perso la vita, perché l’ambizione di mostrarmi di nuovo a tutti era stata più forte del buonsenso”.
Tutto da rifare, partendo dall’amore per i cavalli, alla ricerca di un rapporto da ricostruire su basi nuove e più profonde. E la necessità di cambiare, di andare avanti, viene a Timo dal trauma, dalla rottura, dalla caduta che lo ha immobilizzato e costretto a pensare a sè e al cavallo, anziché alla gara e al successo
Timo non racconta il riscatto dalla disabilità, ma la risorsa che l’handicap gli ha dato: un punto di vista diverso su stesso. L’incidente e la disabilità sono traumi, certo, ma sono anche occasione e opportunità. Se indietro non si torna, si può andare avanti, con la consapevolezza degli errori passati, senza rimpiangere di averli fatti e senza disperarsi per il trauma che cambia la vita: “L’incidente – scrive Luca Pancalli nella prefazione – ci ha costretti a deviare il percorso, ma solo a deviarlo, non a interromperlo”.

Per acquistare il libro chiedi informazioni a: info@lauriga.it.